Salisburymead6351

Z Iurium Wiki

Verze z 18. 10. 2024, 22:25, kterou vytvořil Salisburymead6351 (diskuse | příspěvky) (Založena nová stránka s textem „in English, Italian Anni di ricerca hanno confermato che l’esposizione a inquinanti ambientali causa molte patologie. Gli studi longitudinali in Europa e…“)
(rozdíl) ← Starší verze | zobrazit aktuální verzi (rozdíl) | Novější verze → (rozdíl)

in English, Italian Anni di ricerca hanno confermato che l’esposizione a inquinanti ambientali causa molte patologie. Gli studi longitudinali in Europa e USA che hanno esaminato gli effetti a breve termine hanno evidenziato un aumento di circa l’1% della mortalità cardiovascolare ogni 10 μg/m3 di incremento giornaliero della concentrazione di PM2.5. Una analisi comprensiva di 12 coorti Europee, che hanno valutato gli effetti a lungo termine, ha trovato un aumento del 13% di eventi coronarici ogni 5 μg/m3 di incremento delle PM2.5 su base annuale. L’esposizione a rumore stimola un aumento della riposta simpatica (reazioni di attacco) e un aumentato rilascio di corticosteroidi (reazioni di difesa). Nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato le nuove line guida che riportano un aumento dell’8% dei casi incidenti di patologie ischemiche cardiache ogni 10 dB(A) di aumento al rumore del traffico stradale. Il rumore del traffico e l’inquinamento ambientale impattano la salute attraverso meccanismi diversi, ma hanno anche alcuni effetti biologici comuni. In uno studio di coorte recente, non abbiamo trovato indicazioni a supporto di un effetto sinergico o antagonista dall’esposizione combinata a rumore e inquinamento ambientale. Uno studio che ha valutato il carico ambientale delle malattie in Europa ha concluso che l’inquinamento ambientale e il rumore veicolare sono i due più importanti fattori di rischio per la popolazione che vive in Europa.in English, Italian L’allergia a caffè verde e a ricino nel porto e nei lavoratori addetti alla lavorazione del caffè di Trieste è stata analizzata utilizzando la letteratura scientifica disponibile dagli anni ’80 ad oggi. L’eliminazione dei sacchi di juta ad uso promiscuo per il trasporto del caffè verde e del ricino ha determinato una riduzione della sensibilizzazione a quest’ultimo allergene, considerato più potente del caffè stesso. A questo si associa il miglioramento delle procedure di movimentazione dei sacchi di caffè che ha permesso di ridurre l’esposizione alle polveri, risultate al di sotto dei limiti occupazionali. Tuttavia la valutazione delle polveri ultrafini disperse durante la movimentazione dei sacchi ha evidenziato elevate esposizione a particelle inferiori I 40 nm durante alcune operazioni di movimentazione e travaso e i sacchi provenienti dalla Tanzania sono ancora contaminati con il ricino e causano sintomi allergici. Le condizioni di lavoro nel porto di Trieste sono migliorati negli anni con una riduzione dell’esposizione a questi allergeni, tuttavia è necessaria l’adozione di misure ambientali e personali per evitare l’esposizione a polvere di caffè verde ed eseguire la sorveglianza medica periodica per evidenziare precocemente nuovi casi di allergia.in English, Italian Nel presente lavoro si descrive l’esperienza condotta nel periodo 2016-2018 presso le aziende operanti nel Porto di Trieste al fine di promuovere l’adozione di corretti modelli di organizzazione e gestione della sicurezza. L’approccio si è basato non solo sulla “costruzione” degli strumenti di AUDIT, ma è partito dall’acquisizione delle conoscenze delle parti datoriali e dei lavoratori, fatto che ha permesso di pesare i risultati degli AUDIT e “tarare” la consapevolezza dei rischi in tutte le componenti aziendali alla fine del percorso fatto. In 17 imprese operanti in ambito portuale sono stati utilizzati strumenti di autovalutazione dell’organizzazione della sicurezza sul lavoro da parte dei datori di lavoro, sono stati raccolti 360 questionari sulla percezione dei rischi da parte dei lavoratori, e in 8 aziende è stata completata la sperimentazione della procedura di AUDIT. La verifica a distanza di tempo in 6 aziende ha permesso di accertare che le stesse avevano implementato un corretto modello di organizzazione e gestione della sicurezza, due di queste sono poi pervenute ad un accreditamento ufficiale.in English, Italian Il lavoro portuale presenta fattori di rischio peculiari in rapporto al tipo di lavorazioni che in esso si svolgono e alla particolare organizzazione con cui viene gestito. Il porto di Ravenna è un grande porto commerciale ed ha una conformazione a porto canale. Obiettivi. Il presente lavoro si prefigge di illustrare gli interventi di prevenzione sul lavoro condotti dall’Azienda USL della Romagna presso il porto di Ravenna. Metodi. La metodologia di ricerca e presentazione degli interventi di prevenzione si ispira ai criteri della prevenzione basata sulle evidenze. Risultati. Tra tutte le attività svolte è presentata una rassegna di quelle che associano azioni di controllo ad azioni di promozione del cambiamento, rapportandosi al tempo stesso con gli altri Organi di regolamentazione e controllo che operano nel porto il protocollo per la pianificazione degli interventi per il miglioramento della sicurezza nel porto di Ravenna; la valutazione del rischio da movimenti della nave a causa del moto ondoso durante operazioni di carico-scarico merci; modalità innovative di effettuazione della vigilanza; interventi di promozione e controllo sulla valutazione e gestione del rischio silice; la vigilanza nelle stive come ambienti con scarsa ventilazione e con pericolo di inquinamento; il piano specifico di sicurezza. Conclusioni. Il modello di prevenzione presentato in questa rassegna, associando azioni di controllo a frequenti momenti di confronto con gli interlocutori aziendali ed alla definizione condivisa e diffusione di strumenti per la valutazione e gestione del rischio, è apparso come uno di quelli maggiormente in grado di garantire nel tempo la tenuta delle misure di prevenzione e protezione adottate per la salute e sicurezza dei lavoratori portuali.in English, Italian Nel contributo si intende dimostrare il modo in cui alcuni aspetti che costituivano delle minacce alle precedenti e non più replicabili “regole” di equilibrio sociale ed economico della Comunità Portuale di Trieste, divenute causa di un’endemica emersione di denunce di malattie professionali, siano stati superati dall’Amministrazione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale dal 2016 a oggi integrando la materia del lavoro portuale con i requisiti cogenti attinenti alla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e in particolare dell’ergonomia del lavoro. Attraverso il consolidamento delle sinergie con tutti gli interlocutori del Porto sono state condotte indagini on site e documentali, identificate le aree di maggiore debolezza di un sistema ormai in crisi. Repotrectinib Quindi sono stati definiti e attuati regolamenti per la valorizzazione del Lavoro portuale, salvaguardia della dignità dei lavoratori messi al margine e sono state avviate misure tecniche per disinnescare il processo che avrebbe potuto portare a successive nuove manifestazioni delle patologie professionali già emerse. Tra le misure da attuare è previsto anche un ruolo centrale per i Medici del Lavoro ai quali sarà chiesto di collaborare per definire requisiti minimi comuni alla base di protocolli sanitari corrispondenti a mansioni portuali esposte a rischi simili per qualità e magnitudo.in English, Italian Si riassumono alcuni degli aspetti critici dell’applicazione della legislazione italiana per la SSL nel lavoro portuale e nel lavoro marittimo e nella pesca, seguendo i lavori del Coordinamento interregionale sui porti e le navi, tra il Settembre del 2017 e il Settembre del 2019. Si riporta la discussione suddividendola in 5 principali temi. In primo luogo, le complesse relazioni tra le diverse Istituzioni e le Parti sociali che trattano questi temi a livello locale e nazionale. Le criticità di alcune situazioni vengono quindi analizzate in dettaglio i limiti della normativa sulla sorveglianza sanitaria dei marittimi; la difficile gestione delle interferenze nel lavoro di carico e scarico delle navi, nel trasporto delle merci pericolose sulle navi e nei porti e nella circolazione dei mezzi su ruota e su binario; gli aspetti critici dell’applicazione delle norme per i lavori di riparazione a caldo e dei lavori di bonifica delle strutture navali coibentati in amianto. Infine, si descrive un complesso progetto nazionale di formazione sul campo organizzato dal Gruppo per gli ispettori, sulle operazioni portuali, riparazioni e cantieristica navale, lavoro di pesca.in English, Italian Il complesso ambiente portuale espone i lavoratori ad una vasta gamma di rischi per la salute e la sicurezza. Ciononostante, in letteratura esistono pochi lavori sull’argomento, se si escludono quelli specificamente riguardanti l’industria di costruzione navale. Obiettivi. Il presente lavoro si propone di aggiornare la revisione pubblicata in occasione di un precedente progetto riguardante i rischi associati al lavoro nei porti. Metodi. La ricerca sull’argomento è stata condotta consultando i principali database (PubMed, Scholar e CCOHS) fino all’inizio dell’anno 2019. Risultati. Degli 8 articoli inseriti nel nuovo studio, 5 sono incentrati sul problema dell’emissione o formazione di sostanze tossiche volatili in ambienti confinati o dell’inalazione di particelle dovute alla presenza di carichi particolari. I restanti 3 articoli trattano invece nello specifico le patologie muscoloscheletriche connesse alla movimentazione dei carichi, le malattie professionali e gli incidenti. Conclusioni. Dall’analisi della letteratura reperita in aggiornamento alla revisione emerge che l’aspetto più critico e maggiormente indagato rimane il problema delle merci intrinsecamente pericolose, dei composti tossici volatili e delle potenziali emissioni collegate al trasporto e alla movimentazione in porto delle rinfuse. Negli ultimi anni vi è stato però un crescente interesse verso l’aspetto della salute e delle malattie professionali e in particolare verso le patologie muscoloscheletriche. Fondamentali rimangono la prevenzione e la formazione, sia per quanto riguarda gli aspetti della salute che della sicurezza.in English, Italian Vengono presentate e discusse le conoscenze attuali sulle condizioni che possono comportare una particolare sensibilità ai CEM, e sui meccanismi. Sulla base delle conoscenze presentate, vengono poi discusse le misure che, in ambito di Sorveglianza sanitaria ai sensi della normativa attuale (D.Lgs 81/2008 e s.m.i.), possono essere adottate nei confronti dei lavoratori nei quali sono state identificate tali condizioni.in English, Italian Obiettivi. La relazione illustra elementi utili alla valutazione del rischio per esposizione ai campi elettromagnetici in ambito occupazionale, anche in riferimento ai soggetti sensibili quali i portatori di dispositivi medici impiantabili attivi (DMIA). Metodi. L’approccio introdotto dal D.lgs 81/08 per la valutazione del rischio non include esplicitamente criteri operativi e misure specifiche per la protezione dei soggetti sensibili. Nel caso dei portatori di DMIA, il datore di lavoro può fare riferimento a pertinenti norme tecniche armonizzate. Risultati. Vengono illustrati i risultati di una sperimentazione in vitro su pacemaker condotta seguendo le indicazioni della norma tecnica di riferimento e impiegando sorgenti di campi elettromagnetici che, per tipologia del segnale emesso, non consentono di escludere un’influenza a priori sul funzionamento del dispositivo. Conclusioni. I lavoratori particolarmente sensibili al rischio sono tutelati, in genere, se sono rispettati i requisiti di protezione stabiliti per la popolazione.

Autoři článku: Salisburymead6351 (Hammond Pilgaard)